L’osteoporosi è una malattia a carattere progressivo che diminuisce la densità delle ossa agendo sulla loro componente minerale (calcio e fosforo), e le rende così più deboli ed esposte a fratture. L’osteoporosi deriva da uno squilibrio acquisito nel sistema di regolazione ormonale che normalmente disciplina il contenuto minerale dell’osso.

Perché vengono colpite più di frequente le donne in menopausa dall’osteoporosi?

Questo dipende dal fatto che nella menopausa si osserva un calo nel livello di estrogeni, che sono gli ormoni che nella donna regolano l’assunzione di calcio nell’osso. Questo non significa che tutte le donne in menopausa debbano andare incontro ad osteoporosi, ma si traduce soltanto in un aumento del rischio di manifestare i sintomi di osteoporosi in un’età compresa di solito fra 51 e 75 anni.

Inoltre non tutte le donne sono esposte allo stesso livello di rischio, ma vi sono altri fattori che vi influiscono, come la razza: ad esempio, le donne orientali sono più esposte all’osteoporosi di quelle di colore.

L’osteoporosi colpisce soltanto le donne?

Non necessariamente: l’osteoporosi colpisce infatti anche gli uomini, prevalentemente in età senile (cioè sopra i 70 anni). In questa fascia d’età, infatti, si presume che la malattia si debba ad una diminuzione dei livelli di calcio ed uno squilibrio fra il processo di formazione e quello di riassorbimento dell’osso, e questo è un processo comune sia al sesso maschile che femminile. Più in generale, nell’uomo l’osteoporosi è maggiormente legata a fattori esterni (si parla infatti di “osteoporosi secondarie”) i più frequenti di questi sono malattie a carico del sistema endocrino o gastrointestinale, malattie reumatologiche o ematologiche.

Il sesso femminile, comunque, risulta naturalmente nel complesso maggiormente a rischio per l’osteoporosi, in quanto è esposto sia alla forma “post-menopausale” che a quella “senile” della malattia. Nel complesso, le donne sono comunque colpite dall’osteoporosi 4 volte più frequentemente degli uomini.

Quali sono i principali sintomi dell’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia ad insorgenza molto lenta, soprattutto nella forma senile, e quindi i sintomi, qualora presenti, sono spesso subdoli. Alcune persone non ne accusano mai. Quando la densità ossea diminuisce, si può andare incontro a dolori ossei forti e persistenti e deformità di vario tipo: se vengono coinvolte le vertebre, ad esempio, si avrà un forte mal di schiena refrattario alle terapie più comuni; di solito, si tratta di un dolore che inizia in un dato punto della schiena e si diffonde quando ci si alza in piedi e si cammina. Si può anche riscontrare un’infiammazione locale, che però tende a scemare nel giro di poco tempo. Le vertebre coinvolte possono anche andare incontro a frattura spontanea oppure a seguito di un lieve trauma, e se diverse vertebre si fratturano si avrà anche una deformità della colonna che causerà tensioni muscolari abnormi ed uno stato infiammatorio persistente. Anche altre ossa possono fratturarsi, per lo più a seguito di uno sforzo leggero o una caduta: una delle fratture più gravi è quella dell’anca, che è causa di disabilità e perdita dell’autonomia nell’anziano; piuttosto comune è anche una frattura del braccio a carico del radio, nel punto in cui esso si collega con il polso: questa frattura è chiamata frattura di Colles. Altrettanto gravi e frequenti sono le fratture del femore, anch’esse legate ad un alto grado di disabilità, soprattutto nell’anziano. Va ricordato anche che le fratture nel soggetto con osteoporosi stentano a guarire.

E’ possibile prevenire l’osteoporosi?

E’ possibile porre in essere alcune precauzioni che possono proteggere dall’osteoporosi, soprattutto nei soggetti a rischio: queste precauzioni sono tanto più importanti in quanto spesso la prevenzione in questo caso ha maggior successo della terapia. La norma più comune è quella dietetica, curando l’assunzione giornaliera di calcio, specialmente prima dei 30 anni, ma anche dopo: bere 2 bicchieri di latte al giorno ed assumere vitamina D aiuta ad aumentare la densità ossea in donne che in precedenza non assumevano abbastanza di questi alimenti. Va tenuto conto che in ogni caso la maggior parte delle donne ha bisogno di assumere calcio in compresse: sono disponibili molte preparazioni di questo tipo, alcune delle quali contengono anche vitamina D; in genere, un dosaggio di 1,5 g al giorno è sufficiente. L’esercizio fisico è utile soltanto quando comporta un carico, come ad esempio camminare e salire le scale: altri tipi di esercizio, come ad esempio il nuoto, non sono in grado di aumentare la densità ossea.

Il tuo profilo di rischio per l’Osteoporosi

Per ogni riga cerchia l’affermazione che ti riguarda:

Quanti anni hai?

Meno di 50 Tra i 50 e i 65 Più di 65

Sei in menopausa?

Si No

Assumi ormoni per la menopausa?

Si No

Qual’ è il tuo peso?

Magra Normale/Sovrappeso

Quante volte la settimana fai attività motoria?

3 o più volte 1 volta Di rado

Quante volte al gionno consumi latte o latticini?

2 o più volte 1 volta Mai

Se hai più di 65 anni, assumi vitamina D?

Si No

Fumi?

Si Ho smesso Mai fumato

Soffri di artrite?

Si No

Assumi Cortisone?

No Qualche volta Si

Hai avuto fratture dopo i 40 anni?

Si No

Vi sono state fratture di femore in famiglia?

Si No

Quando fare la prima MOC?

Tutte le donne entro i primi 10 anni da una menopausa spontanea devono sottoporsi ad una MOC, vi sono inoltre fattori di rischio che impongono di anticipare l’esecuzione di una MOC sia nelle donne che negli uomini. I fattori sono i seguenti:

• L’aver avuto una frattura in seguito ad un trauma banale (caduta da posizione eretta).

• Un deficit di ormoni sessuali, cioè un ipogonadonismo. Esso si manifesta nelle donne con l’interruzione precoce di cicli mestruali; nei maschi con riduzione dell’interesse sessuale e con disturbi dell’erezione. Le cause più comuni di ipogonadismo nelle donne sono l’asportazione chirurgica delle ovaie e l’anoressia nervosa. In entrambi i sessi un aumento della prolattina, un ormone che regola la funzione riproduttiva.

• Una storia di fratture di femore o vertebrali nei familiari di primo grado.

• L’immobilizzazione per alcuni mesi.

• L’insorgenza di malattie che danneggiano lo scheletro (l’insufficienza renale cronica, le malattie gastrointestinali croniche, alcune malattie del sangue, in particolare il mieloma multiplo ed i linfomi; l’eccessivo funzionamento di alcune ghiandole endocrine, in particolare la tiroide, il surrene e le paratiroidi).

• L’uso cronico di alcuni farmaci, in particolare: cortisone, eparina e anti epilettici.

Interpretare la MOC.

Per sapere quanto si è indebolito il nostro scheletro, la massa ossea, misurata con la MOC, va confrontata con quella di persone dello stesso sesso sane e giovani. Il picco di massa ossea, cioè il massimo sviluppo dello scheletro, si raggiunge infatti a 25-30 anni.

• I valori fisiologici sono quelli che riportano una riduzione della propria massa ossea inferiore al 10%. In questo caso non sono necessari i farmaci. È opportuno un nuovo controllo non prima dei 2-3 anni.

• I valori compresi tra il 10 ed il 25% necessitano di una maggiore attenzione. Secondo suggerimento medico e solo in alcuni casi può essere indicato iniziare una terapia.

 Il controllo tramite Moc, con questo range di valori deve essere annuale.

• I valori superiori al 25% rilevano la presenza di Osteoporosi. In questi casi è opportuno iniziare una cura mirata in base alle proprie necessità, in quanto l’osteoporosi

• I valori superiori al 30% rilevano la presenza di Osteoporosi grave che in molti casi possono portare alla frattura delle ossa, è opportuno tramite consiglio medico adottare una cura adeguata.

Un corretto stile di vita

Un corretto stile di vita aiuta a prevenire l’osteoporosi, di seguito sono riportati alcuni consigli utili:

• Assumere almeno 2-3 spuntini al giorno a base di latte e latticini, in appendice l’allegato 1 riporta alcuni alimenti utili e i relativi apporti di calcio e calorie.

• Fare uso di acqua ad elevato contenuto di calcio assimilabile (ad esempio la Sangemini).

• Passeggiare tutti i giorni all’aria aperta. L’attività fisica fortifica lo scheletro; il sole inoltre favorisce la sintesi di vitamina D, necessaria per assimilare il calcio degli alimenti.

• Svolgere attività fisica. L’attività fisica è utile anche se iniziata per la prima volta in età avanzata, essa deve essere svolta con continuità  poiché quando si interrompe si perdono i vantaggi conseguiti. La presenza di osteoporosi non è una controindicazione ad un programma moderato di attività fisica, tuttavia  prima di iniziare a far ginnastica si dovrebbe sempre consultare il proprio medico per un check-up completo.

Un programma di attività fisica, specialmente se mirato all’osteoporosi, deve porsi e rispondere a tre domande essenziali:

1. Frequenza – quanto è possibile esercitarsi?

2. Intensità – quanto intensamente è possibile esercitarsi?

3. Durata – Quanto tempo dedicare all’esercizio?

Frequenza

L’attività fisica da carico dovrebbe essere effettuata almeno 4 volte alla settimana e quella di rafforzamento muscolare almeno 2 volte.

È importante quindi imparare ad inserire nella normale attività quotidiana alcuni semplici esercizi che non implicano particolari sforzi, quali camminare il più possibile, utilizzare le scale anziché l’ascensore, fare i lavori domestici.

Intensità

Non ci sono parametri diretti per misurare l’intensità applicata all’osso. Di norma un esercizio di rafforzamento dovrebbe essere effettuato all’80% dello sforzo massimale, questo significa che ad esempio sollevare lo stesso peso 8-10 volte.

Se esso viene sollevato 15 volte senza alcuna difficoltà, è possibile che sia troppo leggero per il nostro osso. In generale va ricordato che l’intensità di un esercizio deve essere sempre e comunque aumentata gradualmente.

Durata

Per gli esercizi da carico, sono consigliati almeno trenta minuti al giorno, eseguibili in una volta sola, oppure frammezzati in più parti nel corso della giornata, con  ad esempio, tre sessioni di 10 minuti ciascuna.

Per gli esercizi di rafforzamento muscolare, ciascun muscolo dovrebbe essere stimolato con una sequenza di movimenti ripetuti 8-10 volte per tre volte, alternate ad un riposo di 1-5 minuti tra ogni serie di 8-10 movimenti.

Attività fisica nel paziente anziano

Gli anziani che iniziano una buona attività fisica mirata in particolare all’osso è bene che tengano a mente e seguano alcune regole:

Gradualità: se ci si impegna per la prima volta in un programma di attività fisica, soprattutto se in età matura, occorre progredire gradatamente senza porsi programmi intensi fin dall’inizio o concentrare tutta l’attività fisica nel week end.

Regolarità: è bene organizzare l’attività fisica distribuendola tutti i giorni (mezzora o un ora) tra le abitudini quotidiane. Camminare di buon passo (non passeggiare davanti alle vetrine dei negozi!) regolarmente per una trentina di minuti è sufficiente per mantenere in buona salute lo scheletro e aiutare il sistema cardiocircolatorio. S poi, camminando in modo spedito, si fanno anche oscillare le braccia, si ottiene il massimo risultato perché anche tronco ed arti vengono sottoposti al loro esercizio quotidiano.

Moderazione: un programma moderato di attività fisica deve essere svolto in 30-60 minuti. In rapporto all’età e alla forma fisica occorre partire da una durata minima di 10 minuti per poi incrementare lentamente l’intensità.

Qualità: occorre conoscere i propri limiti fisici e non superarli facendosi ben consigliare da un esperto.

Allegato n.2

Tabella esercizi fisici

Di seguito sono riportati alcuni semplici esercizi che possono essere svolti agevolmente anche in casa: essi vogliono essere un suggerimento per un primo approccio all’attività ginnica. Un programma più completo di attività motoria

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